Domanda:
Ciao,
mi chiamo Gabriele e ti scrivo per chiederti come bisogna agire quando si ha a che fare con un USP danneggiato… devo necessariamente comprarne uno nuovo oppure posso sistemarlo? Se si in che modo si può rigenerare? Aspetto di conoscere la tua idea in merito, e nel frattempo ti ringrazio tanto per l’attenzione e per aiuto che mi dedicherai nella risposta.
Cordiali saluti
Risposta:
Ciao Gabriele,
Capita spesso di sentir parlare di USP o gruppo di continuità, in particolar modo nel campo delle applicazioni informatiche, al tempo stesso però è difficile che si sappiano con esattezza tutti i benefici che questo dispositivo è in grado di apportare, come poter effettuare la scelta migliore in base alle proprie specifiche necessità di sicurezza o ancora come poter calcolare il livello ideale di potenza utile ad un corretto e duraturo funzionamento nel tempo. L’USP, ovvero il gruppo statico di continuità, dalla dicitura in inglese Uninterruptible Power Supply, è un apparecchio usato per mantenere alimentati a livello elettrico in corrente alternata apparecchiature elettriche in modo costante. Si tratta di uno strumento indispensabile laddove ci siano dei dispositivi elettrici che non devono, in alcuna circostanza, restare senza corrente (per esempio in arre pubbliche come nosocomi, centrali e così via), poiché se ciò si verificasse si provocherebbe una inefficienza più o meno onerosa a seconda dei casi. Risulta molto utile anche nei Paesi in cui si verificano vari e sistematici black out. Dopo questo breve excursus generico sull’USP, devo dire che spesso questo apparecchio ci salva ore e ore di lavoro, e protegge con efficienza gli impianti di videosorveglianza in mancanza di corrente elettrica.
I gruppi di continuità restano attivi ed operano senza soste 24 ore al giorno, e presentano pertanto un loro specifico ciclo di durata. Per tale motivo, dopo alcuni anni, anche gli USP danno il ben servito, tuttavia non sono del tutto spacciati, e in taluni casi c’è una maniera per rigenerarli: è sufficiente cambiare le batterie presenti al loro interno. Il gruppo di continuità, difatti, è in sostanza formato da diverse batterie e da un carica batterie: se ci armiamo di un cacciavite e apriamo il gruppo di continuità stando ben accorti a ricordare l’ordine delle viti e dei vari elementi, scorgeremo facilmente e rapidamente una o più batterie, spesso legate fra loro grazie ad alcuni connettori. A questo punto, una volta sfilati questi connettori, sarà possibile vedere la batteria contenuta all’interno. Di solito tale batteria è una ricaricabile a piombo da 12 V e con un differente amperaggio in base alla misura; fatto ciò non servirà altro che leggere di fianco alla batteria stessa le specifiche tecniche e chiamare un distributore di prodotti per sistemi di antifurto per comprarne di nuove. Una volta rimosse le vecchie e sostituite con le nuove batterie, basterà richiudere il tutto per far sì che il nostro gruppo di continuità si rigeneri e torni come nuovo. Spero di aver risposto alla tua domanda in maniera chiara e puntuale, per qualsiasi altra questione mi trovi sempre qui!