Sistema Nebbiogeno: buona idea oppure no?

Sistema Nebbiogeno: buona idea oppure no?

Domanda:

Salve,

mi chiamo Eleonora e possiedo negozio di ottica e purtroppo ho già subito diversi furti. Cercando delle soluzioni valide per mettere al sicuro la mia attività da ladri e delinquenti vari, ho letto dell’esistenza del sistema di antifurto nebbiogeno, che sarebbe in grado di creare una nebbia fitta facendo in modo che il malvivente non riesca a vedere nulla. Secondo te si tratta di un buona soluzione? Confido in un tuo buon consiglio, nel frattempo ti ringrazio e saluto!

Eleonora

Risposta:

Salve Eleonora,

prima di dirti se si tratta di un sistema valido o meno, faccio una piccola premessa così da rendere più chiaro il discorso sull’argomento. Nel campo dei sistemi anti intrusione ci sono due scopo prioritari da avere ben presente per proteggere in modo intelligente gli edifici, che siano case o negozi: non consentire ai malfattori di entrare, e se riescono comunque ad entrare, non devono avere l’opportunità di far nulla. Per ciò che concerne il primo obiettivo (ossia che i delinquenti non devono avere modo di entrare), il tipo di protezione da realizzare è quello a strati. Ad esempio, se si ha un ambiente esterno come un giardino, occorre difenderlo attraverso l’installazione di specifici rilevatori da esterno. Oltre a ciò occorre proteggere il perimetro, ovvero le porte e gli infissi dalla zona esterna, e come ultima cosa è necessario proteggere lo spazio interno installando dei rilevatori di movimento. Le persone che abitano in un palazzo condominiale o in un appartamento, potranno concentrarsi solamente sugli infissi e sulle porte esterne e, naturalmente, sull’area interna.

Detto ciò, nei casi in cui un ladro dovesse riuscire a introdursi, esiste un prodotto molto innovativo da prendere in considerazione: il nebbiogeno. Quest’ultimo sistema di protezione è senza dubbio un’ottima idea, specialmente nelle attività commerciali come la tua. Questi sistemi, tuttavia, presuppongono un grande difetto che ne sta limitando di molto la vendita. Ti spiego a cosa mi riferisco: per esempio, mettiamo il caso che dopo aver installato un sistema con nebbiogeno nel tuo negozio si verifichi un falso allarme imprevisto in piena notte, cosa potrebbe succedere? Una ipotesi più che plausibile è che la nebbia generata dal dispositivo comincerebbe ad espandersi per tutto il locale, come è naturale e prevedibile che sia. Il guaio in tutto ciò deriva dal fatto che alle volte questa nebbia può essere confusa per del fumo, te lo dico perché è già capitato, nella fattispecie, che in determinate circostanze i vigili del fuoco abbiano fatto irruzione distruggendo vetrate, porte o serrande blindate, ritrovandosi poi con la spiacevole sorpresa che in realtà non c’era alcuna emergenze e pericolo di incendio… Puoi capire bene che in una situazione di questo tipo il danno è doppio: per loro che sono intervenuti inutilmente mettendo in campo delle risorse inservibili, e per i proprietari che troveranno le loro attività danneggiate! Pertanto, concludendo, per rispondere alla tua richiesta ti dico sì, si tratta di una buona idea, ma per i motivi sopra elencati utilizza tutte le precauzioni del caso! Un saluto

UPS rotto: come rigenerarlo

UPS rotto: come rigenerarlo

Domanda:

Ciao,

mi chiamo Gabriele e ti scrivo per chiederti come bisogna agire quando si ha a che fare con un USP danneggiato… devo necessariamente comprarne uno nuovo oppure posso sistemarlo? Se si in che modo si può rigenerare? Aspetto di conoscere la tua idea in merito, e nel frattempo ti ringrazio tanto per l’attenzione e per aiuto che mi dedicherai nella risposta.

Cordiali saluti

Risposta:

Ciao Gabriele,

Capita spesso di sentir parlare di USP o gruppo di continuità, in particolar modo nel campo delle applicazioni informatiche, al tempo stesso però è difficile che si sappiano con esattezza tutti i benefici che questo dispositivo è in grado di apportare, come poter effettuare la scelta migliore in base alle proprie specifiche necessità di sicurezza o ancora come poter calcolare il livello ideale di potenza utile ad un corretto e duraturo funzionamento nel tempo. L’USP, ovvero il gruppo statico di continuità, dalla dicitura in inglese Uninterruptible Power Supply, è un apparecchio usato per mantenere alimentati a livello elettrico in corrente alternata apparecchiature elettriche in modo costante. Si tratta di uno strumento indispensabile laddove ci siano dei dispositivi elettrici che non devono, in alcuna circostanza, restare senza corrente (per esempio in arre pubbliche come nosocomi, centrali e così via), poiché se ciò si verificasse si provocherebbe una inefficienza più o meno onerosa a seconda dei casi. Risulta molto utile anche nei Paesi in cui si verificano vari e sistematici black out. Dopo questo breve excursus generico sull’USP, devo dire che spesso questo apparecchio ci salva ore e ore di lavoro, e protegge con efficienza gli impianti di videosorveglianza in mancanza di corrente elettrica.

I gruppi di continuità restano attivi ed operano senza soste 24 ore al giorno, e presentano pertanto un loro specifico ciclo di durata. Per tale motivo, dopo alcuni anni, anche gli USP danno il ben servito, tuttavia non sono del tutto spacciati, e in taluni casi c’è una maniera per rigenerarli: è sufficiente cambiare le batterie presenti al loro interno. Il gruppo di continuità, difatti, è in sostanza formato da diverse batterie e da un carica batterie: se ci armiamo di un cacciavite e apriamo il gruppo di continuità stando ben accorti a ricordare l’ordine delle viti e dei vari elementi, scorgeremo facilmente e rapidamente una o più batterie, spesso legate fra loro grazie ad alcuni connettori. A questo punto, una volta sfilati questi connettori, sarà possibile vedere la batteria contenuta all’interno. Di solito tale batteria è una ricaricabile a piombo da 12 V e con un differente amperaggio in base alla misura; fatto ciò non servirà altro che leggere di fianco alla batteria stessa le specifiche tecniche e chiamare un distributore di prodotti per sistemi di antifurto per comprarne di nuove. Una volta rimosse le vecchie e sostituite con le nuove batterie, basterà richiudere il tutto per far sì che il nostro gruppo di continuità si rigeneri e torni come nuovo. Spero di aver risposto alla tua domanda in maniera chiara e puntuale, per qualsiasi altra questione mi trovi sempre qui!

Serramenti zincati a caldo: caratteristiche e vantaggi

Serramenti zincati a caldo: caratteristiche e vantaggi

Domanda:

Buongiorno,

mi chiamo Alessandro e ho letto qua e là che l’acciaio, proprio per le sue caratteristiche intrinseche di elasticità, sicurezza e alta resistenza, risulta il materiale più idoneo, duraturo e funzionale per la realizzazione dei serramenti degli ambienti domestici e non. A tal proposito, essendo interessato all’applicazione di questo materiale per le finestre e porte finestre del mio appartamento, ti domando: quali sono i benefici dati dai serramenti zincati a caldo? Inoltre sapresti indicarmi un’azienda seria e preferibilmente con sede in Italia a cui potermi rivolgere per fare un acquisto di qualità e ad un buon prezzo? Ti ringrazio tanto per l’attenzione e per i suggerimenti che vorrai darmi.

Cordiali saluti

Alessandro da Venezia

Risposta:

Buongiorno Alessandro,

hai perfettamente ragione, poiché oggigiorno i serramenti in acciaio zincato rappresentano una soluzione estremamente sicura, durevole ed economica disponibile sul mercato dei prodotti per la protezione passiva da effrazioni, furti e intrusioni da parte di ladri e malintenzionati. Senza dubbio nelle abitazioni, ma oramai da diversi anni nelle banche, negli uffici postali, nelle gioiellerie e in altri ambienti in cui si maneggiano quotidianamente soldi ed oggetti di valore, i locali sono quasi sempre blindati e salvaguardati tramite l’uso di vetrine ed ingressi di acciaio. I motivi di tale successo di applicazione di questa tipologia di materiale sono in linea di massima i seguenti:

a) Maggior durata nel tempo dei prodotti, anche in luoghi difficili e ostici per struttura e caratteristiche;

b) Maggior prevenzione dalla corrosione dovuta alla ruggine: i piccoli punti maggiormente esposti alla corrosione, come ad esempio i tagli o le trapanature, vengono sigillati dai prodotti di corrosione propri dello zinco, mentre per quanto riguarda i punti più ampi, la protezione catodica evita il diffondersi della ruggine che di solito si crea al di sotto dello strato di verniciatura;

c) Questo processo innovativo realizza un vero e proprio rivestimento legato al livello metallurgico all’acciaio, è importante sottolineare che nessun altro processo è capace di ottenere un risultato simile. Di conseguenza, l’acciaio galvanizzato garantisce agli utenti il più elevato grado di resistenza contro i danni meccanici che si possono presentare nel corso del tempo.

Montare il cilindro europeo

Montare il cilindro europeo

Domanda:

Buon pomeriggio,

mi chiamo Paolo ed ho sentito che montare il cilindro europeo non vuol dire necessariamente avere sicurezza, invece ho avuto modo di capire che esistono dei piccoli accorgimenti per metterlo che possono renderlo sicuro. Dovendo comprare a breve un nuovo portone, vorrei avere dei consigli per fare la scelta giusta e per affidarmi a dei professionisti seri ed esperti nel settore. Ti ringrazio tanto per l’attenzione e per le dritte che mi darai!

Un saluto

Paolo

Risposta:

Buon pomeriggio Paolo,

Nulla da dire su quanto hai detto, poiché in effetti cilindro europeo non vuol dire necessariamente sicurezza, bensì si tratta di un nuovo standard che semplifica la vita quando ad esempio si perdono le chiavi, in quanto non sarà più necessario spendere una fortuna (risolverai con 200 o 300 euro circa per il cambio del cilindro). Entrando nel merito della tua richiesta, come hai già anticipato tu nella mail, se possiedi il giusto cilindro e sai montarlo con piccoli segreti ed accorgimenti, il tuo portone sarà un passo avanti in fatto di sicurezza. A questo punto, però, devo specificarti che questo passaggio non basta (mi capita abbastanza spesso di vedere gente che compra portoni scadenti e poi crede erroneamente di poter rimediare sostituendo il cilindro da un professionista…niente di più sbagliato).

Il portone blindato, per essere davvero sicuro a 360 gradi, deve essere il frutto di un insieme di accorgimenti e materiali di buona qualità che nel complesso costituiscono il portone stesso. Il tutto parte dalla fase di installazione, passando poi per la struttura del portone al bilanciamento dello stesso, nonché dai sistemi di sicurezza secondari (nella maggior parte dei casi questi ultimi sono poco conosciuti ma ti assicuro fondamentali) fino ad arrivare ad ulteriori fattori e caratteristiche che soltanto chi lavora con professionalità e serietà può conoscere ed utilizzare per rendere un buon servizio ai propri clienti! Sfortunatamente di questi esperti e professionisti non ne sono rimasti tanti in circolazione, e molti puntano su interventi scadenti, ma senza dubbio sbrigativi e apparentemente soddisfacenti anche a livello economico. Ma non è così, e col passare del tempo i problemi con questi lavori approssimativi vengono a galla.

Problemi Vodafone Station

Problemi Vodafone Station

Buon pomeriggio,

mi chiamo Morgan e possiedo una Vodafone Station 2, il modem di Vodafone con la scheda sim inclusa da poter collegare direttamente alla presa elettrica senza dover usare una chiavetta internet. L’ho scelto perché questo piccolo apparecchio mi consente di portare la connessione internet dovunque e su tutti i dispositivi come computer, Tablet o Smartphone, anche senza ADSL o fibra ottica. Leggo spesso il tuo blog e cercando non ho trovato qualcuno con un problema simile al mio, ma sono comunque fiducioso e spero tu possa darmi una mano. L’apparecchio funziona in modo corretto e per vedere se funziona con il combinatore telefonico ho introdotto il cavo nell’uscita line 1 della Vodafone Station. Una volta inserito il dispositivo ha smesso di funzionare, nel senso che la linea voce e la linea dati sono letteralmente scomparse. Poi, se stacco il doppino, tutto torna a funzionare regolarmente. Ho fatto la prova più volte e succede sempre la stessa cosa! Secondo te perché accade questo? Puoi darmi una mano a capire come risolvere la situazione? Ti ringrazio tanto, attendo di conoscere che idea ti sei fatto in merito.

Un saluto e complimenti per il tuo blog!

Morgan

Risposta:

Buon pomeriggio Morgan,

inizio a rispondere alle tue domande provando a fare delle ipotesi, ma devo dire che in generale quel tipo di dispositivo ha un funzionamento particolareggiato, per cui sarebbe meglio controllare direttamente con il servizio clienti della Vodafone. Secondo quanto riferisci nella mail, la VS2 è attiva e funzionante, e penso che il telefono sia collegato al morsetto TEL1 e anche questo risulti in funzione. Detto ciò, se si scollega il cavo grigio RJ, lato telefono, e si collega al combinatore telefonico, anch’esso dovrebbe chiamare. A questo punto ti domando, in che modo riesci a sapere che la linea voce scompare, collegando il combinatore telefonico? Te lo dico poiché, per esserne davvero sicuro, dovresti effettuare una telefonata di prova con il combinatore telefonico e controllare che sia escluso il controllo del tono di linea (su determinati modelli di combinatore telefonico si può trovare la dicitura BLIND DIAL).

Inoltre hai scritto che una volta staccato il doppino tutto torna a funzionare regolarmente, con ciò vuoi intendere che collegando nuovamente il telefono voce a TEL1 ritorna la linea? A tal proposito mi servirebbe sapere quale cavo introduci nella porta TEL1. In più, il collegamento è unico, diretto e realizzato con il cavo grigio? Dopo questa serie di supposizioni, credo che la soluzione per te dovrebbe trovarsi in una delle mie domande: se rispondendo riesci a risolvere bene, in caso contrario ti suggerisco di chiamare il servizio clienti della Vodafone o attraverso il numero per l’assistenza per parlare direttamente con un operatore o tramite i canali sui social media o sul sito online della Vodafone. Questo è quanto posso dirti sulla tua situazione, prova a seguire le mie dritte e fammi sapere come andrà! Ovviamente se dovessero servirti altre delucidazioni torna pure a contattarmi, sono qui per questo! Saluti e in bocca al lupo per tutto

Antifurto per villa al mare

Antifurto per villa al mare

Buongiorno,

mi chiamo Romolo e mi piacerebbe acquistare ed installare un impianto di antifurto per proteggere la mia villa al mare, un’abitazione che sfrutto soltanto nei mesi estivi. Ho le idee un po’ confuse perché dispongo di un budget corposo, ma avrei comunque bisogno di 16 sensori da montare sulle porte, sulle finestre e sulle porte finestre; inoltre, non stando sempre in casa essendo una dimora per le vacanze estive, vorrei che comunicassero anche da remoto nel caso si verifichi una violazione del sistema, un tentativo di intrusione o una batteria scarica. Visto che c’è anche un giardino non eccessivamente grande, vorrei collocare anche dei sensori esterni che non consentano ai ladri di avvicinarsi troppo alla casa e fare danni. In più vorrei dotarmi di un combinatore telefonico GSM per l’avviso di chiamata in caso d’allarme e di una centrale che presupponga un’espansione in futuro, ma soprattutto un controllo e una gestione del tutto a distanza, eventualmente tramite un’app per Smartphone o Tablet. A questo punto ti chiedo: pensi che un sistema simile sia integrabile con delle telecamere di videosorveglianza interne e con un videoregistratore Digital Video Recorder? Spero tu possa darmi dei consigli utili per permettermi di fare la scelta giusta!

Ti ringrazio e attendo la tua consulenza

Un saluto

Romolo

Buongiorno Romolo,

innanzitutto devo farti i complimenti, da ciò che mi descrivi dovrebbe venir fuori un bel sistema d’antifurto! Allora, per ciò che concerne i sensori per la protezione delle porte e delle finestre, consiglio i contatti magnetici d’apertura, economici e facili da installare, puoi scegliere quelli che comunicano con la centralina, così potrai controllare lo stato della batteria direttamente dal tuo Smartphone.

Per quanto riguarda i sensori esterni bisogna tener presente determinati fattori come la temperatura, l’esposizione ai raggi solari, l’eventuale presenza di animali, gli agenti atmosferici, il tipo di zona da coprire e così via. Se ad esempio intendi proteggere le mura perimetrali, puoi utilizzare le barriere infrarosso; se invece vuoi usare il giardino consiglio dei sensori volumetrici. In ogni caso è necessario acquistare dei sensori dotati di un involucro protettivo resistente alle intemperie. Inoltre le recenti centraline d’antifurto sono tutte gestibili a distanza, ma dovrai comunque assicurarti che la ditta che le produce abbia reso disponibile un’app per utilizzare e controllare il sistema d’allarme anche da Smartphone.

Infine, riguardo il discorso sulle telecamere di videosorveglianza interne, hai diverse strade: la prima è quella di adottare di telecamere di rete IP (Internet Protocol) che, in caso d’allarme, ti permettono di collegarti al sistema e di controllare cosa sta succedendo in casa; la seconda è di scegliere le telecamere con funzione “motion detection”, da sfruttare come se fossero dei sensori di movimento e ti spiego il perché: quando un ladro transita davanti queste telecamere, parte l’allarme e anche la registrazione; la terza è la registrazione continua con il tradizionale TVCC (telecamere a circuito chiuso). Sappi, però, che non si possono integrare un impianto antifurto e uno di videosorveglianza, bensì puoi utilizzarli contemporaneamente. Spero di essere stato un valido aiuto, un saluto!

Come collegare i contatti magnetici senza avere la predisposizione?

Come collegare i contatti magnetici senza avere la predisposizione?

Buon pomeriggio,

mi chiamo Armando e approfitto per farti i complimenti per il blog! ti scrivo perché mi piacerebbe installare un sistema di allarme via cavo, quindi filare, per proteggere la mia abitazione da ladri e malintenzionati, il tutto con una centralina in grado di servire tre diversi piani, comandabile e gestibile tramite l’impiego di tre tastiere (quindi una per ogni piano), con una sirena d’allarme montata all’esterno. Detto ciò, avrei dei problemi con i contatti magnetici d’apertura da montare sulle finestre, perché l’appartamento è vecchio e non c’è la predisposizione. Ho cercato informazioni qua e là e mi sembra di aver capito che, grazie a dei sistemi a “bus”, basterebbero due fili che collegano più sensori, ti risulta sia vero? Se si pensi possa fare al caso mio? Te lo chiedo prima di combinare qualche guaio.. Inoltre, secondo il tuo parere, per ogni piano basta collegare una finestra con l’altra tramite un tubo sino ad arrivare alla centralina d’allarme, o invece è preferibile arrivare alla centralina attraverso un tubo per ciascuna finestra ed ogni sensore? Ti ringrazio in anticipo per l’attenzione e per la consulenza, aspetto di conoscere la tua opinione in merito!

Grazie infinite

Un saluto

Armando da Genova

Buon pomeriggio Armando,

allora, per quanto riguarda la domanda sul collegamento di una finestra con l’altra tramite un solo tubo fino alla centralina, la risposta è sì: calcola che per l’installazione puoi utilizzare un tubo di 20 o 25 millimetri di diametro, e anche se non è scritto da nessuna parte, sappi che più grande è il tubo e meglio è, magari in futuro potrebbe esserti utile farci passare un ulteriore cavo. Detto ciò, ci tengo a dirti che in realtà non ti serve a molto un sistema a bus; quest’ultimo, infatti, viene usato per lo più nell’ambito degli impianti medio-grandi, risulta comodo da installare ma difficile da programmare; inoltre ha un protocollo di comunicazione proprietario, pertanto avresti poi bisogno di elementi per quel sistema o in alternativa di schede supplementari.

Per ciò che concerne i sensori magnetici d’apertura, si tratta di dispositivi che di norma sono collegati con due fili (al massimo quattro in caso di funzione di anti-manomissione), poiché parliamo di circuiti NC+, ossia come gli interruttori per capirci. Pertanto, hai la possibilità di portare un cavo con più conduttori ad ogni piano, e procedere con due fili verso ciascun contatto; è bene ricordare che il positivo è comune alle linee e puoi effettuare la giunta direttamente in centrale, mentre, poiché il segnale d’allarme è singolo per ciascun contatto, dovrà essere collegato sugli ingressi in centrale. Invece, nel caso in cui ti non avessi bisogno di una segnalazione singola per ciascun contatto, potrai senza problemi raggruppare le zone per piano con lo stesso meccanismo spiegato sopra, con la differenza che in questa maniera potrai risparmiare ingressi in centrale.

Spero di essere stato chiaro e semplice nell’esposizione, non farti problemi a farmi altre domande, se dovessi avere ancora bisogno della mia consulenza mi trovi qui a disposizione! Aggiornami, un saluto

Protezione delle finestre

Protezione delle finestre

Buongiorno,

mi chiamo Dario e ti scrivo perché ho bisogno di un tuo parere per proteggere le finestre presenti in casa mia, soprattutto perché si possono raggiungere facilmente a causa di una tettoia sottostante. Giorni fa ero sicuro di voler acquistare delle barriere a infrarosso attivo, poi invece le ho abbandonate per via dell’aspetto estetico, così adesso sto valutando di dotarmi di un sensore a doppia tecnologia da ambiente esterno, ma comunque non sono tanto sicuro dell’installazione. Ti spiego:

Ipotesi 1): installare il sensore al di sotto di una piccola tettoia che accosta quella incriminata, così sarebbe protetto dalle intemperie e inoltre ho una predisposizione già preparata, l’unica criticità è che sarebbe collocato a un metro e mezzo da terra contro i due consigliati. Si potrebbe comunque ottenere una rilevazione efficacie ed affidabile, malgrado la presenza di un gatto che di frequente girovaga su quella tettoia?

Ipotesi 2): installare il sensore al di sotto della gronda, che però si trova a circa due metri e mezzo da terra, e nell’ipotesi inclinarlo verso il basso. In questa maniera le finestre risulterebbero più protette?

Un ultimo dubbio: visto che la tettoia è bella profonda, potrebbe un malintenzionato, percorrendola e accostandosi frontalmente al sensore, rimpicciolire il campo di rilevazione? Grazie infinite per l’attenzione e tanti complimenti per il blog, ti sono grato se vorrai darmi qualche buon consiglio in merito!

Saluti

Dario

Buongiorno Dario,

Parto subito dicendoti che, al posto tuo, prenderei in considerazione le barriere ad infrarosso, poiché nella tua situazione specifica risultano perfette. Da ciò che racconti nella tua e-mail, ciò di cui hai bisogno è una copertura radente “a tenda” a causa della presenza del gatto, pertanto le barriere ad infrarosso rappresentano la strada più saggia. Mi viene da pensare che le hai scartate poiché le parti che le compongono sarebbero almeno due (mi riferivi dell’aspetto estetico), ma ti dico che l’ingombro non è molto diverso da quello di altri sensori; in più, usando delle lenti di protezione a fasci, potresti installare le barriere con l’ausilio di staffe ad angolo da saldare alle due estremità.

Per ciò che concerne la prima ipotesi, devo dirti con tutta sincerità che non sono assolutamente convinto che un sensore collocato a un metro e mezzo da terra riesca a proteggere in maniera adeguata la zona, ad ogni modo dovresti valutare il tutto direttamente sul campo per capire realmente il funzionamento.

La seconda ipotesi, al contrario, mi pare molto più corretta, anche se non penso che l’angolo di copertura ti consenta di salvaguardare tutte le finestre nella stessa maniera.

Per esserne sicuro dovresti comunque controllare il tutto sul campo e, vista la presenza del gatto, ti consiglio di scegliere un sensore che abbia la funzione denominata PET immune (ciò vuol dire che questi sensori sono compatibili con la presenza di animali domestici di piccola taglia, poiché differenziano la massa corporea di un essere umano da quella più esigua di un gatto o un cane), anche se la scelta migliore sarebbe quella di proteggere singolarmente ciascuna finestra! Un saluto

Sensori d’allarme interrati: caratteristiche e utilizzo

Sensori d’allarme interrati: caratteristiche e utilizzo

I sensori d’allarme, chiamati anche rilevatori, sono i veri e propri occhi di un sistema di antifurto; il loro compito, infatti, è quello di rilevare l’eventuale presenza di intrusi all’interno degli ambienti che controllano, per esempio le stanze di una casa e/o la parte esterna, i locali di ufficio o di una azienda, un negozio o una attività commerciale e quant’altro. I sensori d’allarme servono dunque a captare il movimento di un corpo nel luogo in cui sono installati: nel momento in cui rilevano una irregolarità, trasmettono una segnalazione alla centrale di antifurto, la quale a sua volta farà scattare l’allarme tramite la sirena. È di primaria importanza, alla luce di tutto questo, saper scegliere i sensori più idonei alle proprie specifiche esigenze di sicurezza, installarli nel maniera e nei punti giusti ed occuparsi regolarmente della loro manutenzione, poiché in caso contrario non lavoreranno come previsto e saranno dunque inservibili.

I sensori di allarme presenti in commercio sono davvero tanti, e i vari modelli differiscono tra loro a seconda della tecnologia che impiegano, della marca e della qualità dei materiali impiegati per la loro realizzazione. Sul mercato dei prodotti per la sicurezza ce ne sono per ogni necessità e disponibilità economica, ma se alcuni sono molto diffusi e gettonati, altri risultano ancora dei perfetti sconosciuti, come succede nel caso particolare dei sensori di allarme interrati. Questi ultimi sono, come preannuncia il nome stesso, dei sensori che vengono installati sotto terra e che fanno scattare l’allarme soltanto quando vengono calpestati. Si tratta di dispositivi molto sicuri ed efficaci, adatti soprattutto alla protezione di grandi giardini, vasti terreni e più in generale di aree esterne; il loro costo notevolmente elevato, però, fa sì che nella maggior parte dei casi vengano utilizzati soltanto nelle basi militari, nei centri culturali o addirittura a protezione delle proprietà di milionari.

Vediamo ora in cosa consiste il loro funzionamento: i sensori d’allarme interrati generano un vero e proprio campo magnetico, il quale è sensibile alle vibrazioni del terreno che li sovrasta; tali apparecchi risultano estremamente precisi ed affidabili, ed è per questa ragione che necessitano di una accurata taratura per non dover avere a che fare con la fastidiosa manifestazione di continui falsi allarmi (ad esempio, se tarati male, anche un innocuo piccolo uccello che si posa sulla terra potrebbe farli scattare inutilmente). L’aspetto più interessante di questa tipologia di sensori è che si possono interrare dappertutto, o per meglio dire, una volta interrati, al di sopra del terreno si può intraprendere qualsiasi tipo di intervento senza incorrere in conseguenze negative in merito al loro corretto funzionamento: quindi si può far crescere l’erba, si può gettare l’asfalto, si può piastrellare e così via. Inoltre presentano il grosso vantaggio di essere estremamente resistenti e robusti, ma soprattutto invisibili, dunque difficili da danneggiare o manomettere per mano di ladri e malintenzionati. Infine, altra qualità da non sottovalutare, è che questi sensori si possono integrare in qualsiasi momento ad un sistema GPS e ad un sistema di protezione ti tipo perimetrale.

Sistemi di sicurezza per auto

Sistemi di sicurezza per auto

Anche se su questo blog solitamente ci occupiamo di sicurezza della casa, oggi voglio dedicare questo approfondimento alla sicurezza delle auto, visto che in tanti mi fate domande a tal proposito. Da marzo 2012, con la legge sulle liberalizzazioni, le auto nuove possono essere provviste di antifurto satellitare e di una scatola nera. Quest’ultima, anche chiamata “black box”, è molto simile a quella degli aerei, e permette di registrare il percorso della vettura in tempo reale; inoltre, in caso di sinistro, rende possibile ricostruire la dinamica dell’incidente sino a dieci secondi prima del momento dell’impatto (un’ottima notizia, specialmente se si pensa alle numerose truffe che si verificano in ambito assicurativo). In più, è stato dimostrato che, con l’acquisto per la propria auto di una scatola nera e di un sistema di antifurto satellitare, si può risparmiare l’80 % sulla polizza dell’assicurazione. Diverse aziende che producono questo tipo di sistema per la sicurezza delle automobili, mettono a disposizione degli utenti un centro servizi disponibile 24 ore su 24 oltre a svariati servizi di protezione del tutto personalizzabili in base alle diverse esigenze del cliente.

Fra i prodotti più richiesti, vi sono anche le telecamere di videosorveglianza per auto, molto utili per identificare gli autori di atti vandalici o per ricostruire in maniera precisa la dinamica degli incidenti.  Fra le diverse applicazioni di tali dispositivi, vi è anche la possibilità di scegliere che la videocamera resti in funzione anche quando il veicolo ha il motore spento. Queste telecamere registrano le immagini sia dell’interno che dell’esterno dell’auto (sia di giorno che di notte), e i filmati possono essere utilizzati anche ai fini legali: tale aspetto sta assumendo un ruolo fondamentale nell’espansione di questi sistemi di sicurezza. In commercio sono disponibili sistemi di videosorveglianza per auto adatti ad ogni esigenza, sia per quanto riguarda l’aspetto qualitativo che economico; esistono anche i Kit, costituiti da tutti i componenti necessari per installare la telecamera, fra cui anche l’antenna GPS.

Per ciò che concerne il montaggio di questi dispositivi, risulta semplice e rapida, e non richiede chissà quale praticità o dimestichezza nel settore; allo stesso tempo, si possono rimuovere in maniera facile e veloce. Inoltre, i modelli più innovativi sono dotati di microfono per la registrazione dei suoni, della velocità oraria alla quale si marcia e di un sistema GPS tramite cui definire il percorso realizzato (i video possono essere archiviati all’interno di un pc). Le telecamere di videosorveglianza per auto garantiscono immagini nitide in tutte le situazioni atmosferiche e di luce; in più, grazie alle piccole dimensioni, possono essere posizionate in modo discreto. Di solito, questi dispositivi sono reperibili sul mercato già dotate di un sopporto da fissare al parabrezza (le più piccole si possono piazzare anche sullo specchietto retrovisore). Queste telecamere si caratterizzano anche per avere un peso irrisorio che generalmente si aggira sui 500 grammi. Ovviamente, è fondamentale sottolineare che l’installazione di sistemi di videosorveglianza per automobili non deve mai essere sfruttata in modo improprio, poiché la legge italiana punisce in maniera severa qualunque forma di violazione in fatto di Privacy.